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Evasione per necessità, cosa dice la riforma fiscale

Nel testo della legge delega approvato dal Cdm anche la distinzione fra l’evasione volontaria, quindi portata avanti con dolo, e l’evasione per necessità, dettata solo da difficoltà economiche del contribuente.

Alla luce di tale distinzione, fra le varie misure spuntano così anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare le imposte del fisco. In questo caso si parla appunto di evasione per necessità.

Le principali novità riguardano l’ambito delle sanzioni penali

La prima novità riguardo le sanzioni penali per i reati fiscali è che, con l’estinzione del debito, si dovrebbe estinguere anche il reato e dunque il giudizio penale dovrebbe decadere.

La novità più interessante invece arriva appunto sull’evasione fiscale non per fatti imputabili al contribuente. In questo caso le sanzioni penali saranno definitivamente eliminate se emerge l’impossibilità di far fronte al pagamento e se quest’ultima non è dipendente dalla volontà del contribuente.

Evasione per necessità

Si prevede, come si legge nel testo della legge delega, di “rivedere i profili relativi alla effettiva sussistenza dell’elemento soggettivo, nell’ipotesi di sopravvenuta impossibilità a far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso, al fine di evitare che il contribuente debba subire conseguenze penali anche in caso di fatti a lui non imputabili”.

Facciamo un esempio: l’imprenditore che per pagare gli stipendi ai propri dipendenti decide di non pagare le tasse per carenza di liquidità evade “per necessità”.

Serve la congrua motivazione

Per evitare il reato fiscale, e quindi penale, è necessario fornire una congrua giustificazione.

Senza congrua motivazione scattano le sanzioni:

  • 150.000 euro per dichiarazione infedele;
  • 50.000 euro per omessa dichiarazione;
  • 250.000 euro per omesso versamento Iva o ritenute.