L’avvocato giuslavorista Evangelista Basile dello studio Ichino di Milano è stato il protagonista di un convegno organizzato a Villa Bertelli sulle più recenti normative in ambito lavorativo
Venerdì scorso (27 ottobre) lo scenario di Villa Bertelli di Forte dei Marmi ha ospitato un convegno dedicato al triennio caldo del lavoro italiano, partito con il Jobs Act e terminato con l’istituzione delle Prestazioni Occasionali PrestO.
Il meeting ‘I rapporti di lavoro autonomo dopo il Jobs Act e novità in materia di lavoro occasionale’, organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Lucca, Comitato scientifico Gruppo Odcec Area lavoro, Associazione Nazionale Commercialisti di Lucca e Conflavoro PMI, ha avuto come platea d’eccezione i commercialisti e gli esperti contabili della provincia.
Il relatore principale del convegno, aperto da Roberto Capobianco in qualità di presidente Conflavoro PMI e da Graziano Vezzoni, presidente provinciale ANC, è stato l’avvocato giuslavorista Evangelista Basile dello studio legale Ichino di Milano.
Incalzato da una platea decisamente interessata a far luce in un ambito normativo spesso poco chiaro, il quale ha rivoluzionato le vite di lavoratori, datori di lavoro e, di conseguenza, della stessa categoria professionale dei commercialisti fondamentale in materia, l’avvocato Basile ha spaziato dalla trattazione dell’articolo 18 ai Co.Co.Co., dai CCNL alla certificazione dei contratti dispensando consigli e delucidazioni.
“La normativa italiana sul lavoro – ha sintetizzato – è cambiata molto dal 2014, ma la questione più pregnante resta quella dei CCNL. Se, infatti, all’estero la contrattazione lascia ampi margini di manovra al dialogo tra datore di lavoro e lavoratore, in Italia ciò non è possibile proprio a causa degli storici CCNL basati su concetti rigidi, ingessanti per le imprese”.
Il punto chiave, dunque, è che in Italia le leggi cambiano, ma la burocrazia resta comunque un vestito pesantissimo da scrollarsi di dosso, soprattutto per gli imprenditori.
Vale, per Basile, anche per quanto concerne i voucher PrestO: “Non capisco perché la politica – ha spiegato – si sia piegata di fronte all’accezione sbagliata accostata ai vecchi voucher, di per sé già molto limitanti per le aziende, ma che, almeno, andavano a coprire un bisogno ben preciso, quello soddisfatto dai lavoratori occasionali. Temo che i PrestO, invece, saranno utilizzati scarsamente per vari motivi, non ultimo il fatto che siano destinati alle sole imprese con meno di cinque dipendenti. Il legislatore, abrogati i vecchi voucher, tanto valeva agisse sul lavoro intermittente garantendo maggiori tutele a datori e lavoratori”.
E il problema enorme di una burocrazia ingessante, peraltro, fotografa una delle battaglie principali di Conflavoro PMI: “Stiamo parlando di un sistema – ha incalzato Roberto Capobianco – che in Italia è a dir poco pachidermico. L’imprenditore non è messo nelle condizioni di creare e dare lavoro, anzi la sua azione è resa sempre più complessa dal legislatore. La semplificazione, invece, è da sempre uno degli interventi urgenti che noi e le aziende nostre associate chiediamo alle istituzioni”.
“Conflavoro PMI si è impegnata a sviluppare un nuovo modello di contrattazione del lavoro, che guarda alle singole aziende e non alle aree geografiche. Ogni azienda – ha spiegato Capobianco – ha una sua necessità e deve poter cambiare, in accordo con i suoi lavoratori, delle regole nazionali che mai potrebbero prevedere le singole esigenze delle aziende italiane. Tutto parte dalla scelta del CCNL e da un’attività sindacale che tuteli il lavoro e le aziende, ed è per noi motivo di orgoglio continuare la strada della collaborazione intrapresa con una categoria professionale come quella dei commercialisti, fondamentale per le piccole e medie imprese italiane”.